«Attenzione alle restrizioni ma ancor di più alle relazioni». È questo lo slogan che don Fabio Melucci, utilizza quando gli chiediamo un commento sulla ripresa delle attività del Csi di cui è assistente provinciale. «Per alcuni – continua don Fabio – l’attività sportiva potrebbe sembrare qualcosa di superfluo, specie in un momento come questo, in realtà – proprio “grazie” al Covid – ho percepito il grande desiderio di adolescenti e giovani di socialità, aggregazione, di vivere sulla pelle delle esperienze e di farlo insieme. Lo stesso desiderio che sento nei giovani per il ritorno a scuola, la voglia di incontrarsi e di stare insieme, dal vivo. In questo lo sport rappresenta un’occasione educativa davvero importante e allora ben venga, pur con prudenza e attenzione, la possibilità di riprendere». Ma c’è un altro elemento che viene evidenziato da don Melucci ed è la dinamica della testimonianza educativa. «È innegabile – conclude il sacerdote – che partecipare alle attività di una squadra in qualità di dirigente o allenatore esponga giovani e adulti a dei rischi, fosse anche solo per il fatto di dover restare in quarantena cautelativa, perdendo giorni di lavoro. Ma proprio di fronte a questo nasce nei giovani una domanda: “Perché questo allenatore, dirigente si mette così in gioco con me?” Lo sport si mostra così in tutta la sua forza educativa, nell’offrire l’occasione di una testimonianza umana e cristiana semplice, ma al tempo stesso forte e vera».